La prima indicazione sull’osservazione delle Madonne in ambito curativo fu data da Rudolf Steiner nel 1911 al dottor Felix Peipers di Monaco per i pazienti della sua clinica. In molte circostanze Rudolf Steiner ha più volte richiamato l’attenzione sull’azione benefica della visione delle Madonne di Raffaello; in tal senso è indicato tenere fede alla serie originaria di 15 immagini in bianco e nero da egli suggerita, che comprendeva anche la riproduzione di un bassorilievo di Donatello e di una scultura di Michelangelo.
Intorno agli anni ’80 del secolo scorso, l’artista e musicista olandese Eva Mees Cristeller ampliò la sequenza a 18 immagini a colori, tutte raffiguranti opere mariane con Bambino di Raffaello. Proprio in quegli anni, ad una prima presentazione italiana del suo lavoro, la signora Cristeller mi invitò personalmente a procedere con uno studio più approfondito della sequenza terapeutica, proponendomi di portare l’opera a ulteriore compimento. Negli anni seguenti, attraverso un lavoro di progressiva ricerca, sono giunto ad includere nella serie 37 quadri, tutti di Raffaello Sanzio, nell’intento di favorire un’esperienza interiore ravvivata dal gesto del Bambino che giunge a descrivere un percorso a “stella” spostandosi nelle diverse direzioni dello spazio figurativo. Il viaggio ha inizio con l’avvolgente e calorica immagine della Madonna Sistina e procede attraverso uno sviluppo crescente, seguendo un preciso andamento a pentagramma, fino all’immagine conclusiva della figura umana compiuta. L’effetto terapeutico risiede e si svela passo, passo nel dispiegarsi ordinato delle immagini.
La sequenza delle Madonne di Raffaello è rivolta alla libera fruizione da parte di chiunque desideri sperimentare l’armonia e la grazia connaturata alle opere raffaellite. Essa può essere proposta con beneficio anche alle persone con disagio dell’ambito psicologico, nei casi di disturbi d’ansia, nell’irrequietezza, nella demotivazione; può divenire altresì un ausilio artistico nelle malattie dell’area psichica. La serie è inoltre specificamente indicata alle persone con disturbi cardiaci.
La visione della sequenza di immagini rappresentanti il Bambino che si muove nello spazio, sostiene e rinforza l’esperienza immedesimativa di chi è impegnato professionalmente nell’ambito della cura nei più diversi campi, e può quindi essere assunta come pratica meditativa personale del terapeuta.
Remigio Cenzato