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Alimentazione e Salutogenesi

Alimentazione e Salutogenesi.

“Sistema immunitario e Natura, le periferie in dialogo per una dieta a sostegno del benessere e della salute.”

 

Nell’alimentazione di qualsiasi fascia di età, in particolare in quella del bambino, sono importanti da considerare sette fattori che hanno – e avranno sempre più in futuro – un valore salutogenetico nella nostra nutrizione. Eccone l’elenco in ordine di importanza:
Sarà rilevante “chi” (la persona) prepara ed elabora l’alimento;
Sarà significativa la disposizione d’animo (l’atteggiamento psichico) che la persona presenta durante la preparazione dell’alimento;
Avrà un valore particolare il “flusso processuale” di preparazione;
Sarà determinante la qualità delle materie prime utilizzate;
La quantità di nutrienti e sostanze contenute nella pietanza;
L‘articolazione e la complessità della ricetta;
Il modo di presentazione del piatto compiuto;

Risulta ovvio che la sequenza sopra descritta potrà sembrare un po’ provocatoria, specie in una quotidianità dove le proposte alimentari si basano essenzialmente sul quinto punto; basti pensare all’esempio delle addizioni “quantitative” di elementi nutrizionali indicate nell’integrazione sportiva, normalmente diffuse nelle nostre palestre.
L’elemento quantitativo è ribadito e regolato da aspetti normativi; ogni alimento che viene immesso in commercio deve riportare, in una tabella specifica, i valori nutrizionali dichiarati in senso “quantitativo”. Lo stesso alimento non deve contenere “inquinanti” sempre misurati secondo parametri di “quantità”.
La “quantità” oggi sembra rappresentare uno strumento importante nell’orientamento dietetico, ma questo parametro, così inflazionato può peccare di parzialità, di fronte alla complessità di caratteristiche che l’organismo umano si attende di incontrare di fronte ad un piatto fumante di pasta.

Analizziamo ora il primo punto della precedente elencazione, attraverso un’iniziale considerazione: se forniamo a due persone diverse le stesse quantità di farina, lievito, acqua, proponendo gli stessi strumenti di lavoro, gli stessi tempi di preparazione, nello stesso luogo e nelle stesse condizioni, ad opera compiuta, ci troveremo di fronte a due risultati fra loro diversi. Ovviamente ci vorrà una buona sensibilità per percepirne la diversità, ma questa abilità percettiva sarà nel futuro facoltà di un sempre maggior numero di persone. La diversità sarà simile a quella che possiamo riconoscere con buon orecchio, in un brano musicale suonato per due volte dalla stessa orchestra, diretta da due diversi direttori. Nel processo di preparazione dell’alimento viene inserito un elemento direttivo, unico e irripetibile che è legato all’individualità di chi lo prepara. Si tratta di una componente sensibile e delicata ma nel contempo potente e caratterizzata, costituita da una potenzialità che è diversa in ognuno di noi e che aderisce alla possibilità, più o meno espressa, di veicolare, trasmettere e imprimere una “assonanza armonica archetipica” -proposta in una forma individualizzata- nel processo alchemico del cucinare.
Ci sono persone che sono già molto sensibili a questo aspetto, anche se non ancora coscientemente consapevoli, come accade concretamente nei neonati, negli infanti e nei bambini; in modo spontaneo e naturale percepiscono come viene preparato il cibo. Sembra allora che il suggerimento biblico “…se non diventerete come Bambini, non entrerete nel regno dei Cieli” possa contenere l’invito a divenire sensibili come bambini sul “Chi” prepara il cibo di cui ci nutriamo.
Certamente le due massime forme di individualizzazione dell’alimentazione sono la nutrizione placentare, che avviene durante la gravidanza (in latino placenta significa “focaccia”, indicandone la forma) e il successivo periodo: l’allattamento.
L’imprinting individuale, prosegue oltre questi due periodi, durante lo svezzamento quando la mamma inizia a preparare le prime pappe per il suo bambino. In tal senso possiamo guardare alle illuminanti parole del filosofo e matematico russo Pavel A. Florenskj. Nei consigli alla nuora, in occasione della nascita del nipote, egli scrive:
“Voglio darvi solo un consiglio: fate in modo che nei primi giorni di vita egli possa avere le migliori impressioni di questo mondo. E’ un grave errore pensare che queste impressioni di genere “incosciente” non siano importanti. Sono infatti proprio queste, più di tutte le altre, che verranno a formare la base della personalità, essendo le prime pietre delle sue fondamenta”.
Questa enigmatica quanto importante affermazione, può essere senza dubbio estesa oltre i primi giorni di vita e fatta propria anche per le impressioni che il bambino riceverà nell’impatto con il nuovo cibo che viene dal mondo con lo svezzamento, così diverso dal latte materno.
E ancora si può trovare il valore nell’attenzione dovuta alla preparazione del cibo nelle parole di Angelus Silesius (poeta e mistico tedesco, laureatosi in Medicina e Filosofia nel 1648 all’Università di Padova) quando dice: “Non è il pane che nutre, ma nel pane quello che ritempra è l’eterna Parola di Dio, è la Vita, è lo Spirito”. Forse si era in altri tempi, e Galileo con il suo “Sidereus Nuncius” aveva già dato inizio all’interpretazione meccanicistica del Cielo, dei Pianeti e delle Stelle fisse, cancellando progressivamente le conoscenze metafisiche precedenti. Affermare che queste ultime non avessero un senso, significherebbe per logica porre in dubbio nel contempo l’attuale metodo scientifico. Ma così non è! Il senso sta nel concepire questi due mondi come coincidenti.
Ciò ci spinge ad un’ulteriore considerazione: quel complesso firmamento di cellule e di messaggeri che sono i mediatori nel sistema immunitario, antico quanto l’uomo -paragonabili ad un intelligentissimo Cielo Stellato interiorizzato e individualizzato- oggi risente di una dissonanza di dialogo con quell’altra parte di mondo che è la Natura, dalla quale originano gli alimenti; anch’essa è regolata dalle stesse leggi delle Stelle e degli astri, come ci dimostra da più di un secolo l’agricoltura Biodinamica. Quando questi due mondi, la “Natura umana” e la “Natura dell’alimento” non si riconoscono più come “identità caratterizzate” e appartenenti allo stesso Cielo, allo stesso atto di “Creazione”, emerge la disposizione all’intolleranza o all’allergia alimentare. Tale scontro avviene durante un processo intimo e particolare chiamato “processo digestivo”. Qui l’identità umana incontra l’identità dell’alimento.
Appare chiaro che l’allergia è mediata da una complessità che si concretizza nell’ultimo atto d’incontro fra un antigene ed un anticorpo, provenienti entrambi da un’origine comune, come afferma Origene: “Sappi che sei un altro mondo in miniatura e hai in te Sole e Luna e anche le Stelle”. Questo fondamento di sapienza filosofica può essere considerato il cardine dell’agricoltura Biodinamica dove l’alimento dovrebbe nutrire il Corpo, l’Anima e lo Spirito dell’uomo. Così la Biodinamica si adopera per coltivare un cibo che porti in sé non solo il Corpo della Natura ma anche la sua Anima e il suo Spirito, in accordo con tutto il Cosmo.
Nell’approccio alle allergie alimentari si stanno facendo dei passaggi importanti di consapevolezza riguardo alla qualità delle materie prime; siamo passati dal “mito” della quantità (punto 5) alla consapevolezza dell’importanza della qualità con l’introduzione, sempre più estesa, di alimenti biologici proprio nella dieta dei bambini (punto 4). Ecco allora che passando attraverso l’accuratezza della ricetta, portatrice di equilibrio delle sostanze che la compongono (punto 6), l’attenzione alla tipologia di sostanze che caratterizzano l’alimento stesso e non ultima la cura della presentazione dei cibi (punto 7), si delinea una strada che ci invita a guardare ancora più in alto: al congiungersi delle due periferie originariamente armoniche, il Cielo Stellato con le sue leggi ordinatrici della Natura, e l’intelligenza “conoscitiva e discriminativa” del Sistema Immunitario; aspetti che trovano nel primo punto il loro compimento.
Per concludere è auspicabile ipotizzare che un’alimentazione che guardi sempre più concretamente a valori salutogenetici, possa tenere conto del dialogo fra queste due periferie. Nel frattempo, in attesa di maturare nuove e maggiori consapevolezze, è consigliabile evitare il più possibile per i nostri bimbi, cibi preparati secondo procedure industriali, mentre per le nostre serate di adulti cercheremo di scegliere ristoranti dove lo chef di cucina non sia più un anonimo cuoco, ma il “mediatore culinario” disposto a suggerirci con sensibilità la sua sintesi intuitiva fra ciò che egli ha raccolto dalla Grande Natura e ciò che è la necessità dell’Individualmente umano.

Dr. Remigio Cenzato

Consulente scientifico Jorem Bios